Immagini sfocate, scatti rubati, incontri e separazioni: questi frammenti di vita come diapositive proiettate su un muro, si dipanano come un affresco in continua evoluzione, tessendo l’intricata trama dell’ esperienza umana di una donna che tenta di ricostruire i pezzi di una vita che a tratti sembra non aver mai vissuto.
Nel caos di un tempo non lineare, le scene emergono e scompaiono, creando un intreccio di momenti effimeri e di suggestioni.
Handle with care si presenta come un archivio emotivo, un viaggio nel tempo dove le memorie si trasformano in tracce tangibili di un passato che si dissolve e si riforma incessantemente.
La luce e il buio diventano partner fondamentali, delineando ombre e riflessi che accentuano la dimensione caleidoscopica della memoria.
Il buio diventa il contesto in cui si svela la trama emotiva, una sorta di spazio intimo in cui il personaggio svela i dettagli più profondi dei suoi ricordi.
La luce, d’altro canto, emerge come un elemento rivelatore, illuminando le sfaccettature nascoste delle emozioni.
La danza, come espressione primordiale, si fonde con la dualità del chiaroscuro, trasformandosi da linguaggio corporeo a linguaggio visivo diventando il filo conduttore che guida lo spettatore attraverso una narrazione intensa e coinvolgente, plasmando un’esperienza teatrale che si snoda tra le ombre dell’animo umano e i bagliori della rivelazione.